MOSTRA La Fotografia di San Pietroburgo
a cura di Marina Jigarkhanyan
Direttrice del Dipartimento di Arte Contemporanea - Central Exhibition Hall “Manege”, San Pietroburgo
VERNISSAGE giovedì 22 novembre, ore 17.30
PAN Palazzo delle Arti Napoli, via dei Mille, Napoli
La fotografia contemporanea a San Pietroburgo ha una propria struttura e caratteristiche peculiari di evoluzione. Innanzitutto punta alle tradizioni classiche che da tempo fanno parte integrante della cultura della città. La misura e la correttezza sempre riconoscibili del linguaggio artistico, il desiderio di fondere l’attendibilità di ciò che viene osservato con una certa ricercatezza nell’approccio, creano la struttura interna dell’immagine attraverso la lente della nobiltà, e talvolta della sensibilità mistica, di San Pietroburgo. E sebbene l’innovazione tecnologica abbia il suo peso nel processo di evoluzione della fotografia di San Pietroburgo, questa continua ad essere legata allo stile di vita della città.
Gli autori presentati a Napoli sono seguaci di diversi punti di vista e interessi artistici. Tra loro, i ben noti reporter, Pavel Markin e Evghenij Astaschenkov.
La varietà di generi di Markin è sorprendente. È sempre stato in prima linea anche nell’era comunista, quando fotografava tanto gli eventi politici, lo zelo lavorativo, la ricerca scientifica, il lavoro delle forze dell’ordine, i problemi sociali, quanto ogni sorta di ritratti, paesaggi e vedute di città. Ma il suo lavoro è peculiare per un aspetto – la capacità di vedere nell’usuale un qualcosa di unico e memorabile. Markin non cattura semplicemente momenti delle nostre vite, ma è capace di vedere quei momenti che cattureranno le nostre menti e rimarranno nella nostra memoria. I ritratti di Markin dei nostri contemporanei si distinguono per la loro vitalità e luminosità – non sono ritratti nel senso classico del termine, ma piuttosto storie di vita della gente.
Astaschenkov non è solo un reporter. È un “cantore” della campagna russa. Nelle sue foto si vedono casette irregolari, giardini, frutteti, ettari di campi sterminati, strade desolate e, naturalmente, gente di campagna, che è diversa da quella di città. Le loro mani, i volti, l’abbigliamento, tutto è percepito in modo diverso. Astaschenkov ritrae principalmente anziani e bambini, perché i giovani non restano a lungo nei villaggi. È per questo motivo che la campagna di Astaschenkov rievoca isole dimenticate.
L’urbanista Vladimir Antoschenkov possiede un gusto raffinato, e trova sempre la fonte di ispirazione creativa nella sua città natale. Una peculiare intuizione fotografica unita ad un rispetto professionale per la città creano il suo stile così riconoscibile (Antoschenkov da molti anni è direttore del Dipartimento di Urbanistica e Progettazione della Facoltà di Architettura di San Pietroburgo). Il fotografo tiene un personale diario dettagliato dello spazio urbano. Egli cattura il ritmo di colonne massicce e i giochi di luce della cancellata del Giardino d’Estate, le vibrazioni di lunghe grondaie e il rumore nei cortili interni, origlia il dialogo di sculture graziose e di gru edili, e nota come le finestre di case vicine, di notte, si strizzano l’occhio a vicenda. Spesso le opere di Antoschenkov, che hanno un gusto grafico ed una composizione equilibrata, esprimono buonumore e un amore profondo per la città.
Vladimir Nikitin crea essenzialmente nature morte in interni. Queste composizioni attirano l’artista per le loro forme. Creando un’atmosfera di mistero e di tristezza. Non ci sono persone nelle sue foto, ma soltanto mura di edifici, sedie, libri, e utensili casalinghi di tipici appartamenti sanpietroburghesi, come se ancora ricordassero il tocco delle mani... e il respiro di passate generazioni.
Ludmila Tabolina fotografa con un monocolo, una lente singola in grado di simulare l’occhio umano, e sfrutta questa proprietà del monocolo con massima efficenza. I temi delle sue opere sono vari. A Napoli è presentata la sua serie dal titolo “Shell”. L’autrice costruisce ogni inquadratura come un atto autonomo di creazione, risultato della contrapposizione di due elementi opposti, luce e ombra, forma artistica definita e caos della natura selvaggia.
Anna Shishkina è un’artista dalla vena lirica e romantica. Ci parla delle persone che ritrae, ci parla della vita, ci parla di sé stessa e di ciò che la emoziona. I suoi ritratti, ricostruiti seguendo una personale visione a tratti surreale, si fondono a trame materiche applicatesuccessivamente sull’immagine. Ne scaturiscono immagini di forte impatto visivo, spesso pittoriche, che tuttavia mantengono viva l’attenzione sull’essenza della persona ritratta.
Si spera che questa piccola ma rappresentativa selezione di fotografi dia al pubblico italiano una panoramica indicativa della ricerca artistica e dell’evoluzione della fotografia d’autore di San Pietroburgo.
Marina Jigarkhanyan