Quinta di luna
foto di Lucia Patalano
dal 4 febbraio al 6 marzo 2022
inaugurazione: venerdì 4 febbraio 18.30 > 20.30
Lucia Patalano racconta Quinta di luna
Ho incominciato a fotografare la pesca di notte intorno al 1997 e ho continuato fino al 2000. Le uscite con i pescatori sono state saltuarie e vincolate ad una serie di condizioni (la stagione, il mare calmo, la luna, la disponibilità dei pescherecci...)
La prima volta è stata a Procida, a bordo di una cianciola; la luna era in quinta. Un pescatore mi spiegò che il plenilunio era nella sua ultima fase, per passare a quella di prima calante in quella notte stessa. Era una condizione estremamente sfavorevole: i pesci non si sarebbero fatti prendere, troppo chiarore. Si partì lo stesso, perchè i pescatori non sanno fare a meno del mare.
La cianciola è un'imbarcazione lunga fino a quindici metri, porta un equipaggio di dieci o quindici uomini, tra di loro c'è sempre un apprendista giovane e un pescatore molto anziano: è la regola, almeno in quegli anni. E' preceduta da due barche più piccole che aprono la rotta, le lampare, a cui sono fissate le cime della rete.
I fondali vengono rilevati da due strumenti sofisticati: il sonar e l'ecoscandaglio, ma l'esperienza e la conoscenza delle correnti è insostituibile. Ci vuole qualche ora prima di arrivare sul punto giusto, quello dove si sa che passeranno i banchi di alici.
Durante la navigazione i pescatori parlano poco, sottovoce e a coppie. C'è chi prepara il caffè per tutti, chi cucina qualcosa di caldo, qualcuno se ne sta a prua a fumare una sigaretta, il più giovane dorme accucciato in una piccola scialuppa di salvataggio. Sembra che riposino. Ma è solo il linguaggio del corpo. I sensi sono vigili. Nulla sfugge: il vento che cambia, qualche guizzo nell'acqua, gli odori, le nuvole, la luna... il mare non è sempre amico. Quando parte il segnale che indica l'arrivo del banco, scatta un rituale dal sincronismo perfetto. Dall'argano viene calata a mare la rete che un gruppo di pescatori distende lungo la murata, le due lampare si avvicinano alla cianciola e si stringono a formare un cerchio che imprigiona i pesci. Velocemente l'argano riavvolge la rete, dalle sue maglie cade una pioggia di mare e di alici argentate che vengono subito raccolte e sistemate nelle cassette di plastica e collocate a prua. Il vano di poppa viene accuratamente lavato e ripulito dalle squame e dagli scarti che ritornano nell'acqua. Di nuovo silenzio. Riprende la navigazione. C'è del fuoco sulle onde: è un segnale di posta, un recipiente di metallo da cui parte una fiamma, montato su un sistema di galleggianti di sughero, indica che lì sotto ci sono trappole di reti che attendono altri pesci.
Ancora il segnale. Di nuovo si cala la rete, il rito si ripete, più volte, fino all'alba.
La cianciola punta verso Pozzuoli. Le cassette di alici saranno battute all'asta, al mercato del pesce. E' importante arrivare per primi, c'è la speranza di un guadagno maggiore. Gli ultimi arrivati vedranno il duro lavoro di una notte ricompensato con poche lire, neanche i soldi per pagare la nafta e gli uomini.
Si ritorna a terra. Ognuno porta con se' una busta di pesce per la famiglia, per il vicino di casa, per l'amico. Ogni volta anch'io sono tornata a casa con quel dono.